L’omicidio del leader religioso e attivista nella lotta al razzismo, Malcom X, è descritto come tra i più efferati e clamorosi della XX secolo. L’afroamericano, il 21 febbraio del 1965, venne ucciso con ventuno colpi d’arma da fuoco, davanti alle figlie, alla moglie e a 400 persone radunate per ascoltare un suo discorso. Ad un anno di distanza, vennero arrestate tre persone, accusate di essere gli esecutori dell’assassinio. Nonostante solo uno dei tre uomini ammise le proprie colpe e più volte abbia ripetuto che Muhammad Abdul Aziz e Khalid Islam, non c’entrassero nulla con l’atto criminoso, i due vennero ugualmente condannati, tornando in libertà rispettivamente nel 1985 e 1987. A distanza di oltre 50 anni, in seguito all’uscita di un nuovo documentario che ha portato alla revisione del caso, Cyrus Vance, il procuratore distrettuale di Manhattan, ha annunciato che chiederà ai giudici di annullare le sentenze ingiuste. Il funzionario pubblico, che svolge un ruolo simile al pubblico ministero in Italia, si è scusato pubblicamente per il drammatico errore. Solo Muhammad Abdul Aziz, che oggi ha 83 anni, potrà esultare, mentre Khalid Islam, è morto nel 2009 senza veder proclamare la propria innocenza.
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