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LA CREATOR ECONOMY ALLA RICERCA DI REGOLE

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La Creator Economy, un universo digitale in costante espansione, si fa promotrice di una nuova era lavorativa, dando vita a figure professionali come influencer e content creator. Questi nuovi protagonisti del mondo digitale sono stati al centro del primo convegno istituzionale "C come economy - Il content creator: un futuro già presente," organizzato dalla neonata Associazione Italiana Content & Digital Creators.

L'Associazione è emersa con l'obiettivo di dare voce, tutelare e richiedere regole per una categoria che non può più essere ignorata. La presidente dell'Aicdc, Sara Zanotelli, evidenzia l'importanza di definire regole in un settore che sta diventando sempre più rilevante. La Creator Economy coinvolge ogni giorno milioni di persone, con una media di sei ore trascorse sul cellulare e oltre 350.000 professionisti attivi. Secondo le stime di I-Com, si parla di un potenziale giro d'affari di 2,55 miliardi di euro.

La penetrazione di questo fenomeno è capillare: il 76% degli italiani segue almeno un influencer, e 21 milioni ne seguono almeno tre, mentre sette milioni superano la soglia dei dieci. Inoltre, il 57% del pubblico segue prodotti consigliati dagli influencer, sottolineando l'influenza reale che questi professionisti hanno sulla scelta dei consumatori.

Al convegno hanno partecipato non solo creator, ma anche figure istituzionali di rilievo, tra cui il ministro delle infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini. Quest'ultimo ha sottolineato l'importanza di non ignorare un settore che offre occupazione soprattutto ai giovani, annunciando il coinvolgimento del mondo digitale nella campagna per la sicurezza stradale.

Tuttavia, l'interesse suscitato dalla Creator Economy ha portato alla luce alcune questioni cruciali, come la necessità di un codice Ateco per la categoria. L'Associazione si è già dotata di un codice etico per i propri associati, ma c'è disaccordo sulla questione della previdenza e del codice Ateco. Alcuni sostengono che sia necessario regolamentare il settore in modo più rigoroso, mentre altri ritengono che la previdenza debba adattarsi alla fluidità del mondo digitale.

Il dibattito si estende anche al problema del cyberbullismo e dell'hate speech, temi che necessitano di un approccio olistico. Secondo una ricerca del Moige, il 31% dei ragazzi dichiara di aver subito prepotenze online. In questo contesto, Diego Ciulli di Google sottolinea l'impegno di YouTube nel collaborare per affrontare il problema, aprendo i server per permettere una misurazione indipendente.

In conclusione, la Creator Economy è una realtà economica e sociale di rilievo, ma richiede regole chiare e adeguamenti normativi per garantire una crescita sostenibile. La partecipazione del governo e delle istituzioni è essenziale per trovare soluzioni condivise e sostenere il futuro di una professione che sta rapidamente diventando parte integrante della nostra società digitale.

07/12/2023

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