La Scozia, una della quattro nazioni del Regno Unito, nel 2014 andò al voto cercando l’indipendenza da Londra ma il referendum si concluse con poco più del 55% dei ‘no’.
La premier Nicola Sturgeon, alla guida del partito nazionalista ‘Scottish National Party’, forte dei consensi sempre crescenti del popolo, a giugno scorso ha proposto un secondo referendum per la secessione della Scozia, fissando la data per l’autunno del 2023.
Da quanto emerso, negli ultimi 9 anni, i cittadini hanno mostrato idee sempre più lontane dal governo britannico, disapprovando la Brexit, votata nel 2016 con il 62% dei voti contrari, e, non ultima, la gestione della crisi energetica ed economica in cui versa il Paese.
Il Parlamento inglese, contrario all’uscita della Scozia dall’Uk, per stabilire la regolarità della votazione bis, si era rivolto alla Corte Suprema del Regno Unito. Nelle scorse ore, è arrivata la sentenza della Corte: il Parlamento scozzese, per indire il referendum ha necessariamente bisogno dell’approvazione del governo britannico.
La premier Sturgeon non si arrende e ha dichiarato che metterà in atto “tutti i mezzi democratici, legali e costituzionali perché il popolo scozzese possa esprimere la sua volontà”.
24/11/2022
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