Le misure adottate dall'Italia per arginare la diffusione della peste suina africana (PSA) sono state giudicate insufficienti dalla Commissione Europea, che ha lanciato un severo monito al Paese. Secondo il rapporto stilato dall'Eu Veterinary Emergency Team, dopo una missione condotta in Lombardia ed Emilia-Romagna, la strategia di controllo attualmente in atto nel Nord Italia deve essere notevolmente migliorata per prevenire una più ampia diffusione dell'epidemia.
Il team di esperti, composto da Klaus Depner (Germania), Marius Masiulis (Lituania) e Petr Satran (Repubblica Ceca), ha evidenziato diverse criticità nell'approccio italiano, tra cui un coordinamento debole tra le regioni, risorse limitate per la sorveglianza e il supporto finanziario insufficiente. Questi problemi sono stati aggravati dalle difficoltà tecniche nella costruzione delle recinzioni, considerate uno strumento cruciale per contenere la diffusione della PSA.
Il rapporto segnala che "l'epidemia sembra avanzare più velocemente delle misure adottate", con il rischio concreto che si espanda verso est e sud, minacciando regioni come la Toscana. Di fronte a questa prospettiva, gli esperti europei chiedono con urgenza un piano coordinato e armonizzato a livello nazionale, che superi i confini amministrativi delle singole regioni e affronti la complessiva situazione epidemiologica.
Un punto critico sollevato riguarda la riduzione della popolazione di cinghiali, principale vettore della malattia. Gli esperti ritengono irrealistico l'obiettivo di azzerare la popolazione tramite la caccia e suggeriscono invece lo sviluppo di una strategia di caccia centralizzata, coordinata da un gruppo di esperti e adeguatamente pianificata per l'intera area endemica. Questo, secondo il team, è essenziale poiché la caccia, da sola, non può risolvere il problema.
Le misure di recinzione, che potrebbero essere efficaci per limitare gli spostamenti dei cinghiali, sono state ritardate a causa di problemi finanziari e tecnici. Gli esperti avvertono che, se non completate tempestivamente, le recinzioni potrebbero non riuscire a interrompere la diffusione della PSA nelle aree ancora non infette. Per questo, sollecitano l'Italia a stanziare molte più risorse finanziarie e umane per accelerare l'implementazione di queste barriere.
Di fronte alle critiche, il Commissario Straordinario per la Peste Suina Africana, Giovanni Filippini, ha assicurato che la strategia italiana è attiva e in evoluzione. Filippini ha sottolineato che la nuova struttura commissariale ha dato continuità alle azioni di controllo e gestione dell'emergenza, e che è stata elaborata una rimodulazione della strategia alla luce delle raccomandazioni europee. Questa nuova strategia, già condivisa con i Ministeri competenti, è pronta per essere trasmessa a Bruxelles.
Tuttavia, con l'avanzare della malattia e il timore di un'espansione verso l'Emilia-Romagna e la Toscana, la Commissione Europea insiste sulla necessità di un "piano B" esteso e coordinato, che includa tutte le aree potenzialmente a rischio. L'obiettivo è evitare che la peste suina africana diventi una minaccia ancor più grave per l'intera penisola.
09/08/2024
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