Per la prima volta un organismo investigativo incaricato dalle Nazioni Unite accusa apertamente Israele di genocidio nella Striscia di Gaza.
La Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta (Coi), guidata dall’ex giudice sudafricana Navi Pillay, ha pubblicato un rapporto che attribuisce al governo di Benjamin Netanyahu l’intento di “distruggere i palestinesi”, citando “quattro dei cinque atti genocidi” previsti dalla Convenzione ONU del 1948: uccisioni di membri del gruppo, gravi danni fisici o mentali, condizioni di vita tali da portare alla distruzione e misure per impedire le nascite.
Secondo la commissione, le dichiarazioni di esponenti politici e militari israeliani e l’andamento delle operazioni armate a Gaza dimostrerebbero “un disegno per annientare i palestinesi come gruppo”. Nel dossier vengono menzionati, tra gli altri, il presidente Isaac Herzog, il primo ministro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, indicati come responsabili di “crimini atroci”.
La dura replica di Israele
Lo Stato ebraico ha reagito con fermezza, definendo la relazione “falsa” e chiedendo l’abolizione della commissione. Il ministero degli Esteri israeliano accusa i tre membri della Coi di “agire come rappresentanti di Hamas” e di avere “posizioni apertamente antisemite”. Secondo il governo di Gerusalemme, il documento “si basa su menzogne diffuse da Hamas e già smentite”.
Reazioni internazionali e passi giudiziari
Il segretario generale Antonio Guterres ha ricordato che non spetta a lui stabilire la definizione legale di genocidio, ma ha sottolineato che “quanto succede a Gaza è orrendo, a prescindere dalle parole usate”.
La commissione collabora con il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), che ha già emesso mandati di arresto per Netanyahu e Gallant per presunti crimini di guerra e contro l’umanità. La Corte internazionale di giustizia (Cig) aveva già ordinato a Israele di prevenire e punire l’istigazione al genocidio. Tuttavia, un verdetto definitivo potrebbe richiedere anni.
Organizzazioni come Amnesty International sollecitano intanto la comunità internazionale a sospendere le forniture di armi e a rivedere i rapporti commerciali con Israele, invitando gli Stati membri ONU ad “agire ora” di fronte alle accuse più gravi mai mosse contro il governo israeliano.
17/09/2025
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