Di certo la prima attrattiva di Siena sono le bellezze architettoniche che racchiudono Piazza del Campo come uno scrigno, non solo perché in quel luogo si svolge ogni anno il palio più bello del mondo, ma anche perché quel simbolo è legato ad una realtà che per la città significa luci ed ombre.
Tanto che a lungo nella città si diceva che la popolazione si divideva in tre parti: coloro che lavoravano a Monte dei Paschi di Siena, coloro che vi avevano lavorato e coloro che vi avrebbero voluto lavorare. MpS è stata per secoli il polmone finanziario della città, un'istituzione antica che richiama il suo nome dagli antichi pascoli (paschi) del contado senese, la banca più longeva del mondo e, nel secondo dopoguerra, un istituto stabilmente tra i dieci più grandi d'Italia per attivo e operazioni nonostante la sua distanza dai grandi centri della finanza istituzionale.
Ma nella prima parte del terzo millennio, MpS viene segnata da un graduale tracollo dalla duplice realtà: da un lato svincolare la banca dal suo territorio, dall'altra una serie di operazioni problematiche e opache che hanno sconvolto i conti e travolto la credibilità di MpS.
Una serie di operazioni problematiche e opache che hanno sconvolto i conti e travolto la credibilità di MpS. Spinta ai margini dalla mancanza di realismo di manager e dirigenti che hanno mandato a terra una banca, una città, un sistema intero prima del terremoto che ha sconvolto le banche toscane. E tuttora Siena e il Monte sono legate, loro malgrado, da un dualismo inevitabile: la città non ritroverà serenità e sviluppo finché la banca non tornerà a una situazione di reale stabilità.
06/10/2021
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