Roma. Proseguono le indagini sull’attentato che giovedì sera ha colpito il giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, davanti alla sua abitazione di Pomezia, alle porte di Roma. I carabinieri del Ris stanno analizzando i reperti dell’ordigno rudimentale che ha semidistrutto le due auto del giornalista, con l’obiettivo di identificare il tipo di esplosivo utilizzato e risalire agli autori del gesto intimidatorio.
Secondo una prima ricostruzione, la bomba conteneva circa un chilogrammo di esplosivo compresso. L’ordigno sarebbe stato lasciato con la miccia accesa tra due vasi, all’esterno della villetta di Ranucci. L’esplosione ha causato gravi danni ai veicoli parcheggiati, ma nessuna persona è rimasta ferita. Gli investigatori ritengono che chi ha piazzato il materiale conoscesse le abitudini e gli spostamenti del giornalista, rientrato proprio quel giorno a casa dopo alcuni giorni di assenza.
Un testimone avrebbe segnalato la presenza di una persona incappucciata vista allontanarsi pochi istanti prima della deflagrazione. Gli inquirenti stanno ora cercando di identificare il sospetto e di ricostruire eventuali movimenti nella zona attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza.
Le verifiche si concentrano anche su un’auto rubata trovata nelle vicinanze del luogo dell’attentato, che potrebbe essere stata utilizzata per la fuga dall’autore o dagli autori dell’attacco. Al momento, però, non emergono collegamenti diretti tra il veicolo e l’esplosione.
L’inchiesta punta a chiarire se l’azione possa essere legata all’attività professionale di Ranucci, volto noto del giornalismo d’inchiesta della Rai, o se si tratti di un altro tipo di intimidazione. Gli investigatori mantengono il massimo riserbo, ma sottolineano la gravità del gesto, che solo per un caso fortuito non ha provocato vittime.
18/10/2025
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