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DRAGHI LANCIA L'ALLARME ALL'UE

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In un intervento cruciale durante l'European Parliamentary Week a Bruxelles, Mario Draghi ha rivolto un messaggio forte e diretto all'Unione Europea, avvertendo che se non agisce come un'unica entità, l'Europa rischia di restare isolata nel contesto globale sempre più frammentato. L'ex presidente della Banca Centrale Europea ha sottolineato che l'Europa deve evolversi in un blocco coeso, pronto a rispondere alle sfide economiche, politiche e militari senza esitazioni.

"Il mondo che ci è stato familiare non esiste più. La situazione internazionale sta cambiando rapidamente, e l'Ue deve prepararsi a garantire la propria sicurezza e quella dell'Ucraina", ha dichiarato Draghi, facendo riferimento alla crescente incertezza globale. Le parole di Draghi sono state una dura critica alla mancanza di azione dell'Unione, che, a suo avviso, troppo spesso è bloccata da veti incrociati e divisioni interne.

L'ex premier italiano ha ribadito che l'Europa deve superare le barriere interne e semplificare le normative per promuovere una maggiore integrazione economica. In particolare, ha sollecitato una rapida unificazione delle politiche fiscali e un deciso passo verso il debito comune, una soluzione che prevede l'emissione di titoli di debito sovranazionali. Secondo Draghi, questo è necessario per sostenere gli enormi investimenti richiesti dall'Ue: "Servono circa 750-800 miliardi di euro all'anno per tecnologie, intelligenza artificiale, difesa e la transizione verso un'economia più verde", ha affermato.

Nonostante il consenso che il suo piano ha suscitato in alcuni settori, Draghi ha criticato l'approccio più cauto della Commissione Europea, in particolare il piano di Ursula von der Leyen, che prevede investimenti inferiori e una maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato. Per Draghi, però, l'Ue non può permettersi di essere parziale nella sua risposta. "Dobbiamo agire come se fossimo un unico Stato", ha aggiunto, evidenziando la necessità di un coordinamento senza precedenti tra tutti i paesi membri, le istituzioni europee e i parlamenti nazionali.

Il futuro dell'Europa, secondo Draghi, dipenderà dalla capacità di superare l'unanimità nelle decisioni economiche, passando a una maggioranza qualificata nelle principali scelte politiche ed economiche. Il 26 febbraio, la Commissione Europea presenterà il Clean Industrial Deal, che prevede un aumento degli investimenti, ma secondo l'ex presidente della Bce, i numeri proposti non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi di competitività a lungo termine.

In un momento storico in cui l'Europa si trova ad affrontare sfide globali senza precedenti, le parole di Mario Draghi sono un invito alla riflessione e un monito urgente: se l'Ue non si unisce ora, potrebbe trovarsi sola di fronte alle tempeste del futuro.

18/02/2025

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