La tensione tra Iran e Israele raggiunge nuovi livelli di gravità. Nelle ultime ore, entrambi i Paesi hanno lanciato attacchi reciproci che hanno colpito non solo obiettivi militari strategici, ma anche aree civili, provocando forti accuse di violazione del diritto internazionale.
Israele ha confermato di aver effettuato raid su diversi siti considerati nevralgici per il programma nucleare iraniano. Secondo fonti israeliane, gli attacchi avrebbero preso di mira installazioni chiave, con l’obiettivo dichiarato di indebolire le capacità nucleari di Teheran. Tuttavia, non sono stati forniti ulteriori dettagli sui danni effettivamente inflitti alle infrastrutture iraniane.
In risposta, l'Iran ha lanciato una serie di missili verso il territorio israeliano. Uno di questi ha colpito un edificio a Petah Tikva, località situata a circa 15 chilometri da Tel Aviv. Un altro missile ha raggiunto la Cesarea, zona costiera dove si trova anche una delle residenze ufficiali del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Particolarmente grave la denuncia arrivata da Teheran, che accusa Israele di aver colpito anche obiettivi civili. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmaeil Baghaei, un attacco avrebbe infatti preso di mira l’ospedale Farabi, situato nella città occidentale di Kermanshah. "Attaccare gli ospedali, oltre agli attacchi alle aree residenziali, costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra", ha affermato Baghaei.
L’escalation degli scontri tra i due Paesi rischia di destabilizzare ulteriormente la regione mediorientale, già scossa da mesi di tensioni crescenti. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione, temendo un allargamento del conflitto e una crisi umanitaria che potrebbe avere conseguenze ben oltre i confini di Iran e Israele.
Al momento, non sono ancora disponibili bilanci ufficiali riguardo vittime e danni complessivi.
16/06/2025
Inserisci un commento