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POLVERIERA LIBIA: 700MILA MIGRANTI IRREGOLARI E LE MIRE DI MOSCA E PECHINO

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La Libia continua a essere un epicentro di instabilità nel Mediterraneo, con almeno 700mila migranti irregolari presenti nel Paese e una gestione dell'immigrazione sempre più complessa. A lanciare l'allarme è il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) nella sua ultima relazione, anticipata dal quotidiano "Il Messaggero". Il rapporto mette in luce le tensioni geopolitiche che attraversano l'Africa e sottolinea la necessità di un intervento strategico dell'Occidente per contrastare l'influenza di Russia e Cina nel continente.

Immigrazione fuori controllo in Tripolitania

Secondo il Copasir, mentre in Cirenaica, sotto il controllo del generale Khalifa Haftar, la gestione dei flussi migratori appare più strutturata, la Tripolitania soffre di un'anarchia pressoché totale. La regione del Sahel, porta d'ingresso di migranti, è preda di traffici illeciti di esseri umani, carburante, droghe e armi, amplificati dall'incapacità libica di gestire le proprie frontiere.

Il problema dell'immigrazione in Libia non è solo umanitario, ma anche strategico: il flusso incontrollato di persone rappresenta una potenziale minaccia alla sicurezza europea, rendendo indispensabile un'azione internazionale coordinata.

L'ombra di Mosca e Pechino sull'Africa

Il Copasir evidenzia come la Libia non sia solo una via di transito per i migranti, ma anche un nodo cruciale nei giochi geopolitici di Mosca e Pechino. Secondo il Comitato, la Russia utilizza il Paese nordafricano per il traffico di armi destinate a Mali e Burkina Faso, due nazioni dove Mosca ha stretto legami con i regimi golpisti.

Non meno preoccupante è il ruolo della Cina, che punta ad allargare la propria influenza economica e politica in Africa, spesso attraverso investimenti massicci nelle infrastrutture e nello sfruttamento delle risorse naturali locali.

"La Federazione Russa fornisce formazione militare a numerosi paesi africani in cambio dello sfruttamento di miniere e terre in modo particolarmente spregiudicato", si legge nella relazione.

La proposta: una missione NATO in Africa

Alla luce di queste minacce, il Copasir propone una missione permanente della NATO nel continente africano. L'obiettivo sarebbe quello di limitare l'espansione russa e cinese e garantire un maggiore controllo dei flussi migratori.

Questa strategia diventa ancora più cruciale alla luce di una possibile tregua forzata nel conflitto ucraino, scenario che potrebbe concedere a Mosca maggiore libertà di manovra nei teatri africani.

Conclusioni

La Libia resta una polveriera pronta a esplodere, con conseguenze che potrebbero ripercuotersi direttamente sull'Europa. La crescente influenza di Mosca e Pechino nel continente impone una riflessione sulla necessità di una presenza più incisiva dell'Occidente in Africa. La proposta di una missione NATO potrebbe rappresentare un passo strategico per contenere le minacce e stabilizzare una regione fondamentale per gli equilibri globali.

10/02/2025

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