La piaga del femminicidio non si ferma, e quest’anno il numero di vittime è stato ancora più alto rispetto al 2020, 108 contro 101, i dati sono relativi al 21 novembre. Dal 1999 è stata istituita la ‘Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne’, scegliendo come data il 25 novembre.
In occasione della ricorrenza, ogni anno vengono organizzate numerose attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e, nelle scorse ore, sul massacro delle donne è stata resa nota una relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta, la quale dimostra che il 78,6% degli imputati uccide nella piena facoltà mentale, mentre, il restante 21,4% viene assolto per reali disturbi psichiatrici.
Il magistrato Fabio Roia, uno degli autori dell’analisi, riferisce che “c’è un abuso di perizie psichiatriche per l’accertamento dei fatti. Quella strategia difensiva è stata praticata anche in assenza di precedenti psichiatrici. Questo avviene per un fattore culturale, perché si ritiene che il femminicidio sia un gesto di follia, mentre il nostro lavoro ha accertato che è un delitto programmato, premeditato e non ancorato a una patologia sul piano psichiatrico. Per questo la parola raptus dovrebbe sparire.”
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